The Venice Glass Week è il primo festival internazionale a Venezia dedicato al vetro ed al vetro di Murano. Un centinaio di eventi promossi dal Comune in collaborazione con altri importanti enti veneziani si stanno svolgendo ora nell’isola di Murano ed a Venezia, tra il 10 al 17 settembre 2017.
Lo scopo è di risvegliare l’attenzione per il settore del vetro artistico che tanto lustro ha dato a Murano e di tentare di fornire nuovi ‘stimoli’ agli addetti ai lavori, agli studiosi ed al grande pubblico in generale.
La manifestazione, ancora in corso ha destato molto interesse e negli anni futuri immagino verranno portati avanti alcuni filoni e forse fatte delle scelte sulla base di questo primo esperimento che si articola in mostre ed installazioni, conferenze e dimostrazioni, aperture speciali e visite guidate.
Ripenso alla nascita del Museo Vetrario e ripenso al ruolo dell’Abate Vincenzo Zanetti.
L’abate Zanetti nacque nel 1824 a Murano. Giovanissimo divenne apprendista in una fabbrica di conterie, ma sentì presto la vocazione e divenne sacerdote. Innamorato della storia della sua isola, volle istituire un archivio storico per aiutare la cultura del vetro, settore profondamente in crisi a metà dell’Ottocento. Iniziò il recupero di testimonianze e materiali pensati come didattici in una sala concessagli dal sindaco ed amico Antonio Colleoni a Palazzo Giustinian, per recuperare ‘la vetraria antica per offrire modelli agli artisti viventi con cui richiamare l’industria ai principii del suo antico splendore’.
I materiali da cartacei divennero presto oggetti in vetro grazie a svariati doni ed il nucleo iniziale dell’allestimento attuale del bellissimo Museo del Vetro; Zanetti istituì una scuola, organizzò la Prima e Seconda Esposizione Vetraria e fondò il periodico d’arte La voce di Murano.
Entro nel Museo del Vetro e salendo le rampe noto lo stemma di Murano.
Raggiungo la prima sala, quella della collezione archeologica con i reperti delle necropoli di Zara ed altre due città. Ciotole, bicchieri, bottigliette e balsamari, bracciali e collane, realizzati a mano libera ed a stampo.
Ritorno al salone principale ed osservo le prime testimonianze della produzione muranese, a fine Quattrocento, dal carattere utilitario, bottiglie, bicchieri, cesendelli.
Decido di sedermi e riprendere in mano un mio libro dell’Abate Zanetti: Piccola guida di Murano e delle sue officine, Vincenzo Ab. Cav Zanetti, 1869.
La copertina si e’ da tempo staccata, alcune macchinette di umidità lo rendono vissuto, ma quel vissuto simpatico, accattivante.
Il libro e’ dedicato al sindaco Antonio Colleoni, ‘sindaco meritissimo / del municipio di Murano / in argomento di stima’.
Il libro è rivolto al FORESTIERE.
Leggo la breve prefazione… le prime righe volano, Zanetti si propone un libro veritiero sui ‘vitrei manufatti’ :
‘piuttosto che dagli ignari ciceroni o da chi non fa che travisare i fatti più veritieri’
‘nulla troverà il visitatore di falso ed esagerato in queste pagine’
‘se brama di crearsi nella sua (forestiere) mente un concetto veritiero’
Parla di altri libri già trattati sull’argomento.
Inizio a leggere il libro vero e proprio.
prima parte: CENNI STORICI.
4000 risultano gli abitanti nel 1866, operanti tutti nell’industria del vetro.
Zanetti ripercorre la storia delle origini, il nome Murano, i primi traffici, le saline, i mulini, la forma di governo con un patrizio veneto, il podestà assieme ad un consiglio maggiore composto da 500 persone, le altre cariche, lo stemma, le oselle ed il vetro (perle, specchi, privilegi).
Lamenta ‘il languore succeduto alla vita precaria delle conterie, il ramo dei vetri soffiati di uso comune presso che spento che porterà ruina’.
Mi alzo ed ammiro la produzione cinquecentesca, un secolo d’oro per Murano con molte innovazioni tecniche, il vetro ghiaccio con le caratteristiche crepature, gli oggetti con decorazioni incise a punta di diamante, le filigrane a retortoli, le filigrane a reticello, la pittura a freddo.
Mi siedo e ritorno al libro.
Segue una descrizione materiale dell’isola e del canale celebre per la pesca, mi sorprendo pesca di ostriche.
Il libro prosegue con la seconda parte: RIVO DEI VETRIERI e le OFFICINE VETRARIE.
Nel 1867 erano 42 opifici vetrari, risultavano divisi in 4 classi, fabbrica di conterie, officina di cristalli e vetri soffiati di uso comune, officina per lavoro di smalti per mosaici e fabbriche di lastre e bottiglie.
Seguono descrizioni dettagliate della chiesa parrocchiale di San Pietro Martire, della succursale di Santa Maria degli Angeli, del Museo e della chiesa di Santa Maria e Donato.
Poi improvvisamente scorgo un foglio piegato ed uno secondo foglio, mai notati prima. Apro il primo foglio. Quattro pagine di quaderno piccolo, inchiostro nero, nessuna data, sembra un riassunto sulla storia di Murano. Apro il secondo foglio. Si tratta un foglio di quaderno a righe scolastiche in matita. [1]
Ritorno alla sala ad ammirare decine di straordinari calici con stelo a balaustro ed a ‘gropi’ dalle forme stravaganti e complicate.
Passo alla sala del Settecento, secolo del canto del cigno, ma anche secolo di grande inventiva per contrastare il cristallo all’uso di Boemia con il recupero del lattimo (derivato dall’aggiunta di arsenico di piombo) e del calcedonio.
Il ‘Trionfo da Tavola’ Morosini in forma di giardino all’italiana nella sala successiva lascia sempre senza parole !!!
Si tratta di un centro tavola in forma di un meraviglioso giardino in miniatura …
Riprendo il libretto e mi accorgo di averlo quasi letto tutto.
Ritorno alla sala dell’Ottocento, secolo della crisi ma anche della rinascita nella seconda metà, per finire al Novecento.
L’ultima sala offre una meravigliosa carrellata sulle novità novecentesche, dai motivi floreali a murrine, lastrine a tessere policrome, vetri e supporti in ferro battuto di Umberto Bellotto di inizio secolo al design di Martinuzzi, Scarpa, Venini a Barbini e molti altri grandi artisti e nomi.
Con piacere mi potete contattare per una visita guidata al museo.
Fiona Giusto
www.venicetours.it
Rende noto che rimase alle dipendenza del Provveditorato di Lubiana dal 7 aprile 1944 al 30 settembre 1944 data in cui ricevette come tutti gli altri insegnanti l’ordine di rientro nel provved di Venezia da cui era partito …
Lubiana era stata occupata nel 1941 ed annessa all’Italia divenendo capoluogo della provincia.
Nel 1943 venne occupata dai tedeschi e nel 1945 dall’armata di Tito.