Cosa fare a Venezia un sabato mattina con un bambino?
Sicuramente visitare il mercato del pesce a Rialto!
Colpisce subito la varietà di pesce: le ‘granseole’ (Maja Squinado) ancora zampettanti, le ‘schie’ (piccoli gamberi grigi) anch’esse ancora sgambettanti, le ‘canocie’ (Squilla Mantis) in perpetuo movimento, i ‘bisati’ (Anguilla Anguilla) attorcigliati su loro stessi, piovre, moscardini, ‘sarde’ (Sardina Pilchardus), acciughe (Engraulidae), teste di pesce spada ed enormi tonni, a seconda della stagione.
L’edificio attuale neo risale all’inizio del Novecento, venne infatti edificato tra il 1900 ed il 1908.
La sua costruzione venne preceduta da molti dibattiti e vari progetti mai realizzati. L’architetto Annibale Forcellini (per ricordare alcuni suoi interventi a Venezia cimitero di San Marco, restauro delle facciate del Palazzo Ducale) aveva progettato nel 1881 una tettoia in ferro, riprendendo un precedente progetto degli anni Sessanta di Federico Berchet. Non piacque, risultava troppo alta per proteggere i venditori ed era troppo ‘spoglia di qualsiasi nota d’arte’, come scrisse l’architetto Luca Beltrame in una celebre rivista. Era un momento storico in cui Camillo Boito in primis caldeggiava la resistenza dei veneziani all’ordine del sindaco di intonacare le case, affinché emergesse la verità dei materiali, era un momento in cui dominava una visione romantica di urbanistica che divenisse arte.
L’ecclettico pittore ferrarese Cesare Laurenti (1) ideò allora un edificio con elementi neo bizantini, neo gotici, anche su ispirazione della loggia del telero di Carpaccio del Miracolo della Croce in contrasto con la fabbrica sansoviniana che lo precede. La sua proposta venne caldeggiata da Boito e da Molmenti. Non ricevette un incarico ufficiale, ma godette dell’appoggio appunto delle autorità locali, anche dell’ex sindaco Selvatico, Fradeletto, Sorger e molti altri.
L’intenzione era di sviluppare la nuova Pescheria in senso perpendicolare al Canal Grande, inglobando anche l’area detta dello ‘Stalon’, ossia il vecchio macello che pare fosse stata costruita sui resti della casa Querini, abbattuta dopo la congiura trecentesca del Tiepolo.
Per il suo nuovo progetto Laurenti si fece affiancare dall’architetto Domenico Rupolo.
Vi si era rivolto già nel 1896; non si sa cosa pensassero all’inizio ma esiste un disegno (a Padova). L’idea era di allungar lo ‘Stalon’ vs il Canal Grande. Del progetto rimase la parte vs il Canal Grande con il porticato al piano terra ed il loggiato al piano superiore. Il passaggio da un edificio all’altro sarebbe dovuto avvenire attraverso un collegamento aereo. Sono disegni, senza misurazioni, più che progetti architettonici.
Laurenti definì il programma iconografico; Laurenti fu una sorta di direttore artistico, mentre Rupolo una sorta di direttore tecnico.
Il progetto venne approvato dal consiglio comunale nel dicembre del 1900, ma la collaborazione tra i due non fu facile. Forse una delle cause del conflitto di competenze era la buona conoscenza e dimestichezza di entrambi con la scultura, ragione delle firme apposte, da Rupolo, sull’edicola con l’altorilievo della Madonna della Concezione e da Laurenti sul San Pietro in bronzo ed a tutti i capitelli.
Le due sculture sono collocate al loro posto nel 1908, poco prima dell’entrata in funzione dell’edificio nella seconda metà di quello stesso anno. L’inaugurazione fu però ufficialmente celebrata il 28 aprile 1907, in occasione dell’apertura della VII edizione della Biennale
La Pescaria Nuova ha una pianta rettangolare con archi gotici verso il canale sostenuti da 4 colonne piene e due semicolonne angolari.
Nell’angolo a sinistra la statua in bronzo San Pietro pescatore.
Ora la parte divertente, alzate lo sguardo e scoprirete capitelli con creature marine ed elementi zoomorfi:
Semicolonna capitello Laurenti pesci
primo capitello Laurenti cavallucci con chiocciola
secondo capitello testa di entrambi e la data 1905
terzo capitello Rupolo pesci
quarto capitello Rupolo le ceste vieri
semicolonna Rupolo pesci con coda intrecciata
Lungo il canale secondario
semicolonna capitello Rupolo pesci con coda intrecciata
Primo capitello Laurenti pesci
secondo capitello Rupolo granchi
terzo capitello Rupolo scorfani
semicolonna capitello Rupolo pesci con coda intrecciata
lato Stalon
semicolonna capitello Rupolo pesci con coda intrecciata
Primo capitello Laurenti pesci
secondo capitello Laurenti aragoste
terzo capitello Rupolo pesci
semicolonna capitello Rupolo anguille a forma di ghirighoro
lato mercato ortofrutticolo
semicolonna capitello Laurenti piovre
Primo capitello Laurenti pesce
secondo capitello Rupolo scopritelo !!!
terzo capitello Laurenti cavallucci con stella
mezzo capitello Rupolo pesci
Alla porta ed alle 9 lampade nella Pescheria e nello Stalon collaborò il famoso ‘mago del ferro’, Umberto Bellotto.
“Piscis primum a capite foetet” motto in latino di Erasmo, ‘il pesce puzza dalla testa’ come la versione nostrana di Giovanni Verga quando don Franco dice in riferimento a padron ‘Ntoni: “Il pesce puzza dalla testa”.
La lapide affissa tra i due corpi di fabbrica della Pescheria Nuova e dello Stalon.
‘al mercato, esposte sul pavimento di pietra sdrucciolevole o nelle ceste o nelle cassette dalle maniglie di corda, c’erano le pesanti aragoste grigioverdi dalle sfumature violacee … c’erano le sogliole piccole e c’erano qualche tonnetto e qualche ‘bonito’… ci ricorda Hemingway in Di là dal fiume e tra gli alberi.
come arrivarci:
Lo si raggiunge facilmente attraversando il Ponte di Rialto venendo da San Marco o con la linea 1 fino alla fermata Rialto mercato.
Fiona Giusto
www.venicetours.it
- Pittore ferrarese nato 1854, studiò disegno a Padova, poi frequentò a Firenze l’Accademia di Belle Arti (qui scoprì i macchiaioli), si trasferì a Napoli, tornò a Padova e poi giunse a Venezia. Ebbe sempre una attività molto intensa all’estero ed in Italia, specie a Venezia, partecipando a tutte le Biennali veneziane tra il 1895 e il 1909: in particolare, nel 1907 gli fu dedicata una mostra personale in cui espose sedici quadri e due sculture. I suoi dipinti degli anni Ottanta dimostrano la sua vicinanza alla pittura di genere con tratti veristici alla Favretto (Contadine (1887: Venezia, Ca’ Pesaro), per passare poi ad una pittura più astratta, con concetti simbolici Frons animi interpres (1890: Trieste, Museo civico Revoltella 1890). Nel 1891vinse un premio alla Triennale di Milano con Parche (1891: Venezia, Ca’ Pesaro), poi acquistato dalla regina Margherita alla Biennale del 1907. Collaborò anche in qualità di illustratore con periodici.