Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto
Un capolavoro per Venezia, inaugurato alle Gallerie dell’Accademia, è un progetto di prestiti da importanti istituzioni museali internazionali.
A rotazione verrà presentato alle Gallerie un capolavoro della tradizione pittorica veneta rinascimentale che dialogherà con un dipinto già presente nell’esposizione permanente del museo.
ll primo dipinto esposto dal 15 ottobre 2020 (fino al 21 gennaio 2021) è un prestito eccezionale dal kunsthistorisches Museum di Vienna, raramente esposto altrove – nel 1660 risultava già nella collezione imperiale, la Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto.
Questa Sacra Conversazione venne dipinta tra il 1526 e 1528 al ritorno di Lotto da Bergamo a Venezia, quando si fermò per alcuni anni in laguna, pur continuando a tornare a Bergamo e nelle Marche, prima di stabilirsi definitivamente a Loreto.
Un grazioso angelo incorona con delicatezza Maria con una corona di pervinche. (1)
Maria viene rappresentata al centro adagiata su un grosso tronco, con un meraviglioso manto blu. Maria sostiene Gesù e guarda verso il bimbo che legge il libro che Santa Caterina tiene in mano.
Santa Caterina, riconoscibile grazie al frammento della ruota della tortura, indossa eleganti vesti rinascimentali, una catenina d’oro fa capolino. La santa volge con leggera torsione del capo lo sguardo verso San Tommaso (in passato interpretato come San Giacomo con il bastone del pellegrino), vestito di azzurro verde e rosso.
Accanto a Tommaso la lancia con cui trafisse il costato di Gesù.
In laguna il tema della Sacra Conversazione, della ‘riunione’ di santi, aveva una tradizione lunga e consolidata; a fine Quattrocento Bellini la aveva portata all’apice. Poi all’inizio del Cinquecento nelle Conversazioni di Tiziano e Jacopo Palma si assistette ad un cambiamento, la disposizione geometrica e l’ordine gerarchico vennero meno, le dimensioni dei dipinti si ridussero e si aprirono sempre più a splendidi paesaggi.
Si ignora la committenza di questa Sacra Conversazione di Lotto, quasi certamente privata e benestante, come si deduce dal costoso pigmento di lapislazzuli utilizzato per il manto di Maria.
La composizione si snoda da sinistra verso destra in un gioco di sguardi, in un concatenarsi di movimenti che dall’angelo a sinistra si concludono con San Tommaso a destra.
Lo straordinario colorismo di Lotto evidenzia i volti e le pieghe dei panneggi in una atmosfera sospesa. (2)
Durante una visita guidata indugeremo su dettagli come il nastro con i fogli ripiegati, i caratteri poco leggibili ecc.
Il ritratto di giovane gentiluomo di Lorenzo Lotto
Questo dipinto dialoga con Il ritratto di giovane gentiluomo, altro capolavoro di Lorenzo Lotto, dipinto nel 1530 circa, esposto stabilmente alle Gallerie, in seguito all’acquisto nel 1930.
Qui si comprende bene come Lotto abbia trasformato con disinvoltura, forse per primo, il ritratto in un dialogo con lo spettatore; emerge la realtà caratteriale e psicologica del soggetto che non è più solo oggetto della contemplazione da parte dello spettatore, ma diviene il soggetto di una nuova comunicazione.
In un insolito formato orizzontale Lotto ritrae un giovane, dal volto ovale, faccia scarna e pallida, vestito di tutto punto, di nero, dallo sguardo malinconico, appoggiato sul un tavolo di sbieco coperto da un telo verde.
Con la mano sinistra sfoglia le pagine di un libro senza tuttavia guardarlo, forse il libro dei conti.
Lotto indaga con attenzione analitica gli oggetti esposti sul tavolo: uno scialle, un tessuto nero ripiegato, alcune lettere, petali di rosa, un anello, una lucertola o ramarro ed un bacile.
Il valore simbolico di alcuni oggetti è dibattuto. La lucertola è un animale a sangue freddo, indica forse il distacco dalle passioni? ma è illuminata dalla luce che proviene da sinistra, forse a simboleggiare la vita di chi ricerca la luce? Il fiore è sfogliato, perché?
I dettagli sono tutti ben definiti. Il cromatismo risulta freddo, la luce tagliente, stacca gli oggetti dallo sfondo in modo netto, Lotto non usa certo lo sfumato, forte di un naturalismo potente di tradizione lombarda e grafica düreriana.
Sulla sfondo a sinistra una apertura lascia intravvedere un paesaggio, appesi alla parete si indovinano un liuto, un corno ed un uccellino e delle chiavi pendono da un armadio.
Forse allusivi dei piaceri della passata giovinezza ed il passaggio alla vita adulta?
Nel libro dei conti nel 1544 il conte trevigiano Alvise Rovero sborsò 12 lire per il ritratto di Ludovico Avolante, fratello del medico umanista Bartolomeo.
Lorenzo Lotto non fu pittore di potenti e di corte, ma pittore per la media nobiltà, la ricca borghesia e gli ordini ecclesiastici. Lavorò e viaggiò tra Veneto, Lombardia e Marche e morì come oblato nella santa Casa di Loreto. Pur essendo pittore ‘solitario’ ebbe grande capacità inventiva, linguaggio artistico autonomo ed intima religiosità.
Rimaniamo in trepidante attesa di poter ritornare a visitare le Gallerie dell’Accademia e di poter ammirare il successivo dipinto che verrà prestato dall’Ermitage di San Pietroburgo la Pietà di Veronese.
Fiona Giusto
www.venicetours.it
(1) Pervinca, il termine deriverebbe dal latino vincire, ossia legare, per la capacità della pianta di ancorarsi attraverso le radici al terreno oppure da vincus, flessibile, per i suoi fusti sottili e flessibili.
Viene detto anche il ‘Fiore della Madonna’ per la somiglianza del colore dei fiori con il manto di Maria oppure ‘Stella di Maria’ per la forma a 5 punte o ‘Stella del mare’ per la curvatura delle foglie in senso antiorario.
Per alcuni il fiore della morte in quanto si deponeva una corona di pervinche sulle tombe dei bambini.
(2) ‘Ah, a Vienna c’è un dipinto in cui si sente il ronzio delle api’ scrisse lo storico dell’arte inglese Philip Pouncey.